si allargasse per fare un posto adatto a lui che era così diverso da tutti. Il giovane quadrato della sua condizione si lamentava urlando continuamente: “Possibile che si pensa a 60 milioni di figure e non a me, solo perché sono diverso!”
Un giorno, un triangolo scaleno sentendo le sue esternazioni gli disse: “Guardi i tuoi problemi solo da una faccia!”
Il giovane quadrato lì per lì non comprese le sue parole, ma comunque gli rispose con altre lamentele sull’incomprensione che continuava a subire.
Il triangolo lo lasciò parlare allontanandosi da lui, perché sapeva che rispondere o continuare ad ascoltarlo non sarebbe servito a nessuno dei due, perché il vento quando soffia impetuoso cerca solo altra corrente per poter fiatare ancora più forte.
Quando il quadrato fu solo, iniziò a riflettere alle parole che gli erano state dette e la riflessione gli portò un cambiamento, acquistò una nuova dimensione, scoprendosi piramide a base quadrata. Scoprì d’avere anche lui delle facce triangolari che gli avrebbero consentito di incastrarsi come gli altri a quegli spazi che prima gli erano negati. Dalla sua nuova dimensione si guardò intorno e scoprì, che era circondato da varie forme, che non era il solo ad essere quadrato e che c’erano anche altre forme più strane ed irregolari che si adattavano a quel piano, che iniziò a sembragli meno piatto, più umano.
Testo di Egidio De Lauro